La persistenza della memoria è, senza dubbio, uno dei quadri più famosi di Salvador Dalí. Forse lo conosci con il suo nome non ufficiale, Gli orologi molli, preso in prestito dall’elemento più simbolico e memorabile del dipinto.
Un'opera di grande impatto, che ormai appartiene all’immaginario collettivo. Gli orologi sciolti del quadro mi forniscono lo spunto ideale per affrontare un argomento che mi sta molto a cuore: come applicare la fantasia per trovare nuove idee.
Dalí è stato uno dei più importanti artisti del Novecento. Il suo sguardo sul mondo ha cambiato la pittura figurativa e ne ha allargato gli orizzonti verso forme d’arte diverse. Sai, per esempio, che l’artista catalano ha collaborato con Walt Disney per un film animato? Si chiama Destino, ed è uscito solo nel 2003. Non solo, è stato anche scultore, fotografo, scrittore e sceneggiatore, legando il suo nome a quello di altri grandi surrealisti come il fotografo Man Ray o il regista Luis Buñuel.
Oggi, però, a noi interessano soprattutto i famosissimi orologi molli del quadro; la rappresentazione perfetta della nostra idea di fantasia e di come utilizzarla per sviluppare una metodologia dello sguardo.
La nascita di La persistenza della memoria
L’idea che ha portato Salvador Dalí a creare gli iconici orologi molli è uno dei migliori esempi di come imparare a vedere le cose per quello che non sono.
Che cos’è la fantasia?
È la capacità della mente di creare abbinamenti inediti e innovativi. Di vedere, quindi, ciò che è invisibile nel visibile.
In La persistenza della memoria un concetto astratto come il tempo viene rappresentato in maniera totalmente originale, con un impatto talmente forte da diventare il simbolo di un’intera epoca.
Il quadro è stato dipinto nel 1931 e oggi è conservato al Museum of Modern Art di New York. A distanza di novant’anni dalla sua creazione continua a essere il più noto tra i quadri famosi di Salvador Dalí. Il merito è sicuramente da attribuire all’incredibile intuizione del pittore catalano di dipingere questi orologi morbidi, quasi squagliati, in primo piano.
Ma come è nata questa idea rivoluzionaria? L’ispirazione arriva da un abbinamento inaspettato tra il concetto di tempo - rappresentato dall’orologio - e... il formaggio.
Come, il formaggio? Sembra incredibile, ma Dalí ha visualizzato l’immagine degli orologi molli subito dopo aver finito di mangiare. È proprio vero che il genio non si ferma mai!
Ci sono due versioni leggermente diverse della storia, in entrambe il protagonista è il camembert. Secondo la prima ricostruzione, Dalí aveva appena concluso una colazione all’aperto nel giardino della sua casa di Port Lligat, in Costa Brava. Era una giornata afosa, con un caldo così forte da riuscire a sciogliere una fetta di formaggio rimasta in tavola. Nella seconda versione, non si tratterebbe di una colazione, ma della cena. Il risultato finale, però, non cambia.
Il lento liquefarsi del camembert ha fatto scattare l’idea degli orologi molli. Dalí inizia a riflettere «sul problema filosofico dell’ipermollezza posto da quel formaggio», come si legge nelle pagine di un suo diario, poi si alza da tavola e corre nello studio.
Ad attenderlo c’è un quadro, una veduta della spiaggia di Port Lligat alle prime luci dell’alba, con un ulivo secco in primo piano, carica di malinconia. Un paesaggio canonico - secondo gli standard di Dalí, ovviamente -, in cui ancora manca qualcosa. Qui arriva il guizzo fantasiologico dell’artista: “vede” un primo orologio molle pendere dal ramo di ulivo, morbido come la fetta di formaggio quasi sciolta dal caldo. Nel giro di due ore, aveva finito ed era nata La persistenza della memoria.
La potenza simbolica degli orologi molli
La grande arte non è mai semplice segno, ma anche simbolo, grazie proprio alla capacità della fantasia di rappresentare il reale in forme inedite. Gli orologi di Dalí non sono solo una splendida immagine, ma una riflessione sul tempo e la sua relatività. Il quadro ci suggerisce che il tempo non scorre allo stesso modo per animali, uomini e piante. Anche una singola ora assume un valore completamente diverso a seconda di chi la vive.
Un concetto molto sentito dal pittore, che decide infatti di comparire nel quadro per dimostrare quanto senta vicino l’argomento. Vedi la strana figura al centro del dipinto? Se ruoti la testa di novanta gradi verso sinistra puoi notare che si tratta di un volto: si intuiscono un occhio chiuso, un naso e dei baffi. È il profilo di Dalí, ormai privo di forma anche lui proprio come l’orologio che lo copre in parte.
L’artista si interrogava spesso sullo scorrere inevitabile del tempo, anche attraverso lo studio di Sigmund Freud e, soprattutto, di Albert Einstein. Proprio in quegli anni, infatti, Einstein sconvolgeva le leggi della fisica con la sua teoria della relatività, capovolgendo la percezione di tempo e spazio: non più immanenti, ma relativi, non più stabili, ma liquidi.
Proprio come gli orologi sciolti di La persistenza della memoria.
Allena il tuo sguardo con la Fantasiologia
Gli orologi molli non sono quindi solo un’intuizione fantasiosa di Dalí, ma una vera e propria rivoluzione artistica e culturale. Per me è un chiarissimo esempio di come l’innovazione si genera costruendo degli abbinamenti originali tra elementi mai posti in relazione prima.
Nel per-corso di Fantasiologia che ho appena lanciato su Patreon, gli orologi sciolti del quadro sono solo uno dei tanti esempi che ci aiuteranno a capire come la capacità della mente di stabilire collegamenti originali tra gli oggetti sia uno dei più importanti motori dell’innovazione, ma non solo. La fantasia ci aiuta a vivere con una mente più elastica, più aperta e più attiva, e a cambiare il nostro modo di vedere le cose.
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